Programma 2015
Evento n.1
Luciano Canfora
Augusto: la morale politica di un monarca repubblicano
Quale rapporto esiste, o dovrebbe esistere, fra responsabilità politica ed esercizio del potere? Chi o che cosa dovrebbe dettarne i limiti? Come si concilia la forza del potere con le necessità e il consenso dei cittadini? Fino a che punto le ambizioni assolutistiche di chi governa collimano con uno stato di diritto? Quella di Augusto è la tipica parabola del potere scaturito da una rivoluzione e approdato a una forma originale di restaurazione. Gaio Ottavio, poi Gaio Giulio Cesare Ottaviano dopo che Cesare lo adottò come figlio (44 a.C.), poi Augusto, poi “divo Augusto” post mortem, era nato nell’anno del consolato di Cicerone (63 a.C.) e morì nel 14 d.C., a settantasette anni, dopo essere stato ininterrottamente al potere in varie forme, dal 43 a.C. fino alla morte, per 57 anni. È difficile trovare nella storia una carriera più lunga. Era un precoce e fu, tra i reggitori dell’Impero, il più longevo. Ci sono grandi capi politici la cui “grandezza” risulta, nell’immagine recepita dalla tradizione e in fondo anche dalla storiografia, menomata dalla grandezza del predecessore. Pensiamo ad Augusto alle prese con il gigantesco suo padre adottivo Giulio Cesare, pensiamo ad Adriano rispetto a Traiano, a Costantino VII rispetto a Basilio I, a Filippo II rispetto a Carlo V, a Stalin rispetto a Lenin e cosi via. Lo studio della “fenomenologia del capo” meriterebbe una trattazione a parte: il ”caso Augusto” è, da questo punto di vista, emblematico. Eppure la sua carriera come capoparte spregiudicato, triumviro spietato, abile artefice di una apparente “restaurazione della Repubblica” che di fatto consisteva nella creazione di una nuova forma di potere personale definibile come principato (né monarchia né libera repubblica), non deve offuscare l’opera sua di costruzione imperiale e di consolidamento e ampliamento dell’Impero sul piano diplomatico e militare.
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è professore emerito all’Università di Bari. Dirige i ≪Quaderni di storia≫, edizioni Dedalo, e collabora con il Corriere della Sera. È autore di molte opere uscite per i tipi di Laterza, tra cui Giulio Cesare. Il dittatore democratico (2006), Intervista sul potere (2013), La crisi dell’utopia. Aristofane contro Platone (2014), La maschera democratica dell’oligarchia. Un dialogo (con G. Zagrebelsky, a cura di G. Preterossi, 2014). Tra le altre numerose pubblicazioni, La storia falsa (Rizzoli, 2008), La biblioteca scomparsa (Sellerio, 2009), Il viaggio di Artemidoro (Rizzoli, 2010), Il presente come storia. Perché il passato ci chiarisce le idee (Rizzoli, 2014), Gli antichi ci riguardano (Il Mulino, 2014), 1914 (Sellerio, 2014). L’ultimo libro uscito si intitola Augusto figlio di Dio (Laterza, 2015).
Evento n.6
Alessandro Barbero
La responsabilità dello storico. Gaetano Salvemini: dall’interventismo socialista all’antifascismo
Evento n.8Approfonditamente
Marco Rossi-Doria, Giulia Tosoni
I ragazzi e la scuola: cosa, come e dove si impara
Evento n.13
Adolfo Ceretti, Simonetta Agnello Hornby, Alfredo Verde
Violenza di genere. Autori, vittime e modelli di intervento
Evento n.17
Aldo Colonetti, Italo Rota
Lo spazio in cui viviamo non è altro che l’estensione della nostra mente
Evento n.22
Alessandro Barbero
La responsabilità dello storico. Marc Bloch: dalla Sorbona alle carceri della Gestapo
Evento n.25Approfonditamente
Marco Belpoliti, Gianfranco Marrone, Anna Stefi
Pigrizia, stanchezza e il nostro continuo correre
Evento n.26
Eugenio Borgna, Simonetta Fiori
Conoscere se stessi e conoscere gli altri: un diverso modo di essere responsabili
Evento n.35
James R. Flynn, Armando Massarenti
Senza alibi: un viaggio tra le grandi domande della vita
Evento n.38
Alessandro Barbero
La responsabilità dello storico. Ernst Kantorowicz: dai Freikorps al maccartismo
Evento n.57Bambini / Ragazzi
Sante Bandirali e Lorenza Pozzi di uovonero
Leggere come non avete mai letto