Oggi è cambiato o è sparito lo studio a scuola, specialmente delle materie umanistiche? I ragazzi non leggono o non rendono proprio ciò che leggono? Forse c’entra la scomparsa dell’introversione: se cade il piacere di stare dentro di sé, cade anche il piacere di fermarsi sulle parole di un libro. Tutto oggi ci spinge a vivere fuori di noi, a contatto perenne con gli altri. Sempre relazionati e connessi, mai soli. La scuola (ma anche la famiglia, la società) non ama i timidi, i solitari, forse neanche i ragazzi studiosi: celebra il lavoro di gruppo, la socializzazione, i social network. Ma se nessuno sarà più capace di trovare in sé gli stimoli necessari, come potranno ancora essere favorite attività quali la lettura, la riflessione, la scrittura, l’arte e lo studio? E ci importa ancora favorire queste attività o preferiamo lasciarle cadere, in nome del cambiamento?
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Paola Mastrocola insegna lettere in un liceo scientifico. Ha scritto commedie per ragazzi, ha pubblicato raccolte di poesie (l’ultima è La felicità del galleggiante, Guanda, 2010), saggi sulla letteratura italiana del Trecento e Cinquecento, romanzi (tra cui La gallina volante, 2000, e Una barca nel bosco, 2004, per Guanda; Non so niente di te, Einaudi, 2013), romanzi-favola (tra cui Che animale sei?, Guanda, 2005) e pamphlet sulla scuola (La scuola raccontata al mio cane, 2004, Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare, 2011, entrambi per Guanda). Ha illustrato la favola di Ernesto Ferrero Storia di Quirina ,di una talpa e di un orto in montagna (Einaudi, 2014).