Fin da giovanissimo – molto prima di aver compiuto la sua epica traversata nel 1974 su un cavo metallico teso tra le Torri Gemelle del World Trade Center – Philippe Petit si è avventurato lungo i confini poco noti della ricerca di conoscenza e perfezione, che lui stesso ha intrapreso da autodidatta. Intuito, improvvisazione, osservazione, passione sono gli spunti primari che alimentano il suo lungo e frenetico percorso di creatività. Ma anche rigore, controllo, dedizione totale. Per Petit, l’invito a creare partendo dal caos e dalla ribellione sfocia inevitabilmente nell’ordine, indispensabile per definire ogni programma. Servendosi di esempi dal vivo, ispirati ai suoi personalissimi processi creativi (disegno, dimostrazioni, partecipazione dell’uditorio, proiezioni di video, persino trucchi di magia), Petit inviterà gli spettatori a trovare la propria strada per varcare le porte da lui dischiuse.
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Philippe Petit ha compiuto più di ottanta traversate nel mondo su un cavo d’acciaio posto a grandi altezze. Oltre che funambolo, è illusionista, artista di strada, artista visivo, imprenditore, oratore e scrittore. Assiduo relatore al TED e ad altre conferenze, è autore e illustratore di molti libri, tra cui Toccare le nuvole (2006), Credere nel vuoto (2008) – da cui è stato tratto Man on Wire di James Marsh, premio Oscar 2009 come miglior documentario –, Trattato di funambolismo (2009) e Creatività. Il crimine perfetto (agosto 2014), tutti pubblicati da Ponte alle Grazie. Ha in progetto due nuove traversate sull’isola di Pasqua e alla New York Public Library.